domenica 25 maggio 2008

Oltre il parto, la beffa


Ho guardato per 10 minuti "Otto e mezzo", c'era la Ritanna Armeni che si gasava per via di questo libro sulla paura del parto, presente l'autrice tale Malvagna, poi anche la giornalista delle colonnine femminili che vorrebbero essere ironiche e à la page Annalena Benini, e il co-conduttore Lanfranco Pace, collaboratore de "Il Foglio" proprio come la suddetta Benini. Perlomeno, Ferrara ha avuto il buon gusto di eclissarsi.
Diciamo che il libro in sè sarebbe anche meritorio, denuncia infatti la medicalizzazione eccessiva del parto in Occidente e in Italia soprattutto, patria del cesareo facile e non motivato da condizioni mediche quanto, spesso, dalle esigenze ospedaliere della serie "famo presto". Bene, come è stata affrontata la discussione? La Benini non ho capito cosa ci stava a fare. Forse pensava che le avrebbero lasciato scrivere una rubrichetta ironica e à la page anche dallo schermo. La Armeni era ben contenta dell'argomento, ma purtroppo era obbligata a tirare in mezzo pure il tizio che conduceva con lei, che ovviamente, piuttosto che pensare di aver qualcosa da imparare sull'argomento, si agitava sommamente a disagio e si sentiva in obbligo di intervenire a sproposito con provocazioni di cui non si sentiva il bisogno. Io ne ho sentite un paio, prima di cambiar canale inorridita. E a questo punto mi sono beccata la Leosini che intervistava un malato di mente, per fortuna al gabbio come è d'uopo, con metà viso e cranio completamente rasati e l'altra metà con capelli e folta barba, da brivido. Costui era nientemeno che il "collezionista di anoressiche", fate voi.

Ma torniamo a Lanfranco Pace e al parto. Dicevo, forse hai qualcosa da imparare no? Forse è un argomento su cui non sai granchè, scusami se mi permetto. Ma no. L'ometto spocchioso si rivela subito. La Malvagna denuncia che la donna è stata defraudata di un ruolo, resa insicura da decenni di prostrazione al Verbo della medicina ufficiale (maschile, ça va sans dire), trattata come una demente che va guidata dall' inizio alla fine e che non prenda mai iniziative o avanzi richieste, per carità, perchè è una povera ignorante? La Malvagna afferma che il corpo della donna viene svilito da una pratica medica istituzionalizzata che non la mette in condizione di gestire il travaglio e il parto con la massima serenità possibile, confidando nelle risorse del suo corpo fisiologicamente strutturato per assolvere al compito? E che l'eccessivo numero di cesarei nel nostro paese (40% dati alla mano, contro un 15% che l'Oms ritiene cifra limite) è figlio di questa mentalità di svilimento della donna e di controllo della sua fisicità? Bene, allora con cosa salta fuori l'ometto in questione, della serie coda di paglia lunga un chilometro (sei un medico? Ginecologo? Pratichi regolarmente cesarei? Parrebbe di no, se sei qui a blaterare, e strapagato per giunta): "Ma allora sono le donne stesse che hanno questa mentalità, perchè loro vogliono il cesareo per non soffrire le doglie!" Bingo!

Il nostro, che si agitava sulla sedia come in preda a emorroidi, ha trovato la frasetta che gli risolve il problema di disagio che la discussione gli provoca (sottinteso: donne, è una cosa sporca e imbarazzante parlare di parto di fronte a un uomo, oh! Non scherziamo! Sono qui, ma vorrei essere lontano un chilometro, la cosa non mi riguarda affatto), assolvendolo da qualsiasi questione e retropensiero che lui, in quanto uomo, ha già cominciato a macinare:

Qualcosa devo pur dire, ma cosa? Come uscirne? Non ho ascoltato una parola.
Accusare le donne, e in fretta. Approfondire? Ammettere i miei limiti di comprensione dell'argomento? Non sia mai! Sono o non sono un uomo? Avrà pensato il nostro, mentre si grattava il culo.

Invano l'autrice del libro cerca di fargli comprendere che il cesareo è un'operazione chirurgica vera e propria, con tutti i rischi che comporta, che spesso viene anche praticata senza chiedere il consenso, che non si tratta propriamente di una passeggiata di salute... Che dopo il cesareo passi anche due o tre giorni a letto con una ferita che duole da far paura (e questo l'aggiungo io, viste le esperienze di amiche) e nessuna è così imbecille da chiederlo al medico, se non è il medico stesso a presentartelo come alternativa facile e sicura. Ma no. L'omino si sgrava sempre dell'imbarazzo rigirando la frittata, è nella sua natura di genere e alcuni sono dotati di questa capacità in modo particolare, Lanfranco Pace docet.

Difatti questo è ancora niente. Mi sono persa via per un paio di minuti dietro le circonlocuzioni della mia mente e quando ho riportato l'attenzione sulla trasmissione, il nostro, con un salto iperbolico raccapricciante ma di notevole presa, che in realtà non sono ancora riuscita a spiegarmi, stava disquisendo amabilmente sulla EROTICITA' della gravidanza.
Praticamente di quanto a lui facciano sangue le donne con la pancia, mettendola giù del tipo "il tasso erotico della donna in gravidanza". Il tasso erotico?!? Cioè, tu sei un depravato che si arrapa a guardare le donne incinte, ma basta girare la frittata, et voilà, sono le donne incinte ad avere un alto tasso erotico! Io ho come l'impressione che le donne incinte abbiano altro a cui pensare testa di minchia.

Bè, dopo tanta tristezza e costernazione, giro sul collezionista di anoressiche dalla faccia doppia. Guardo lui, guardo la Leosini. Franca. Oh Franca. Che ce tocca de vedè, che ce tocca de sentì.
E il peggio forse deve ancora venire.

2 commenti:

Elisabetta Malvagna ha detto...

Divertente questo "editoriale". Certo che Lanfranco Pace l'hai proprio massacrato! Comunque grazie per aver riportato fedelmente il mio pensiero. E in ogni caso, diamo atto a Otto e mezzo di aver scelto di dedicare una puntata sulla maternita' e su come nascono i nostri figli... cosa non da poco visti i temi dei dibattiti in tv...
Su come poi la questione e' stata affrontata, ognuno e' in grado di fare le sue valutazioni e farsi un'opinione.

Un saluto,
Elisabetta Malvagna

Anonimo ha detto...

Grazie Elisabetta, mi fa piacere che tu abbia letto questo post e non te la sia presa, anche perchè non eri tu la destinataria del mio getto di cicuta.
Complimenti per il tuo libro!
Che magari leggerò. L'argomento vale.
Ps: non so se rallegrarmi quando vedo trattati certi argomenti da certuni...