domenica 2 novembre 2008

La Belle Epoque, Arte in Italia 1880-1915



Pavia, Scuderie del Castello Visconteo fino 14 dicembre 2008

I bei tempi andati, spesso vagheggiati, sono allestiti qui. Una sessantina di dipinti, qualche affiches e una carrellata di filmati di inizio secolo, a celebrare la neonata rivoluzione dei fratelli Lumière, ispirano malinconia e interesse per i germi della società moderna, intravisti fra gli svaghi della borghesia e i contrasti a cavallo fra Positivismo e del Decadentismo, la fine del Secondo Impero, la nascita della Fiat e L'Esposizione Internazionale di Parigi.

Il tutto rimane concentrato sulla nostra penisola, un ambito un po' ristretto forse e ci si domanda perchè anche in queste mostre dal tono minore, seppur affascinanti e meritevoli, l'ingresso sia sempre tanto caro (9 euro). Non parliamo di una grande mostra internazionale, ma di un piccolo gioiello che tutti dovrebbero avere la possibiltà di gustare. Trovo che l'ingresso ai musei dovrebbe essere gratuito o comunque accessibile a chiunque. Chissà se il ministro Bondi, oltre a scrivere poesie su “Vanity Fair”, vorrà raccogliere questo grido di dolore.

Perchè vale davvero la pena di immergersi in un'atmosfera di abiti, voile, cappellini, sorrisi, pose gioiose e affascinanti, mondanità e joie de vivre. I grandi sogni, le grandi aspirazioni per il futuro nascono qui e non son mai morte, anche se la Grande Guerra ci è quasi riuscita a spazzarle via, ma no, il riverbero è giunto fino a noi e ha sorretto gli animi di tutti quelli che per farsi forza hanno sempre guardato ai “bei tempi andati”.

Erano anni in cui alla fiducia nell'industria e nei nuovi miti del consumismo (ben rappresentati dalla affiches pubblicitarie, a opera di artisti quali Dudovich) si affiancava un certo codice di maniere di stampo preindustriale, e dal contrasto nacque il fermento. Gli artisti restano incantati dalle coquette, le signore alla moda, dalla fantasmagoria dei nuovi svaghi della ricca società borghese e dipingono passeggiate in carrozza e a cavallo (Luigi Gioli), signore in bicicletta al parco (Federico Zandomeneghi) o inconsueti interni borghesi (“La signora Ojetti al pianoforte”, di Oscar Ghiglia, 1910 - un ambiente moderno e dal design pulito, lontano anni luce dalla ottocentesca, tristanzuola e opprimente paccottiglia). “Le signore dalla modista” (Federico Zandomeneghi, 1904) si intrattengono in un rituale femminile salottiero. Le ossessioni verso l'altra metà del cielo, riscoperta sotto una nuova luce, non si contano: le signore son spiate ovunque, mentre chiacchierano, mentre prendono il tè e soprattutto l'attenzione verso il loro abbigliamento, inteso come arma di seduzione è altissima. Vittorio Matteo Corcos non si perde un dettaglio della sua “Donna elegante a Saint Malo” (1883), con i guanti di pelle, l'ombrello sottile, il copricapo a falde chiuso da una fibbia dorata, riprodotti con minuzia mentre lo sfondo rimane indistinto.

La bella vita nasconde nuove insidie, certe signore hanno l'aria vampiresca di chi vuole rubarti l'anima e coltivano nuove abitudini decadenti, come mostrato ne “Le morfinomani” di Serafino Macchiati (1905), distese su un divano, l'una caduta in un sonno profondo, l'altra con l'aria allucinata. Le donne fumano e seducono e escono dalle case per frequentare il luoghi sociali rendendoli magici e strani per gli uomini che le osservano, tanto da creare strani fenomeni: “Al Caffè” (1906) Pompeo Mariani porta su tela un luogo buio e anonimo, dove per incanto la gioiosa confidenza di due belle signore sedute a un tavolino crea un alone di luce che le avvolge e le fa risplendere in quel luogo buio.

Il dipinto che rappresenta la mostra è “Mondanità o all'uscita del veglione”, (Aroldo Bonzaghi,1910), quasi il crepuscolo della Belle Epoque. La borghesia avanza affascinante, sicura di sé, meravigliosamente agghindata, mai sazia di bellezza, divertimento, agio, trasgressione. Avanza a testa alta, ben conscia dell'invidia che sucita, verso le magnifiche sorti e progressive cui crede di aver diritto per nascita, come nuovi dei della società.